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giovedì 13 ottobre 2011

Elogio di Oscar Firmian e del suo impeccabile stile


L'Elogio di Oscar Firmian e del suo impeccabile stile è il quarto romanzo in ordine cronologico di quello che posso annoverare tra i miei scrittori preferiti, ovvero Enrico Brizzi. A chi il nome non dice nulla, ricordo soltanto il primo romanzo, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, forse il più clamoroso caso editoriale all'esordio in Italia, di sicuro lo è stato negli anni '90. Jack Frusciante è stato per molti di noi over 30 un romanzo generazionale, tutti avevamo una nostra Aidi nel cuore, tutti avremmo sognato di pedalare per i colli bolognesi come un Girardengo un pò più basso e rock. E molti di noi rockettari ci siamo persino incacchiati di brutto perchè il vero Frusciante di nome va John e non Jack, ma non sapevamo ancora che è stata una licenza quasi poetica da agganciare al romanzo. Dopo qualche anno Brizzi scrisse quello che io considero il suo capolavoro, ovvero Bastogne, che narra dei casini combinati da Ermanno Claypool e Cousin Jerry in una Nizza anni '80 più italiana che se fosse stata realmente in Italia, ricordo di averlo comprato in edizione economica "I Miti" della Mondadori a 6.900 lire, che in copertina c'era ritratto Zanardi di Andrea Pazienza, che questo libro ha fatto il giro di quasi tutti i miei amici più stretti, ognuno sottolineava le sue frasi preferite e mitiche, a guardarlo adesso è segnato quasi ovunque. Poi venne il momento dei Tre ragazzi immaginari, il titolo era come quello di un mitico album dei Cure, avevo aspettative a mille per questo romanzo, ed invece è stata una delusione pazzesca, troppo onirico, troppo personale, si capiva lontano un miglio che era un romanzo scritto più che altro per contratto che non per ispirazione. Arriviamo alle soglie del 2000, in libreria mi capitò davanti l'Elogio di Oscar Firmian, costava quasi 20.000, più di un cd originale, e la foto in copertina non è che poi mi ispirasse più di tanto. Lo comprai però, lessi delle storie di Oscar Firmian, giovane giornalista free-lance che sotto lo psudonimo di avvicinatore Prometeus riusciva a fare interviste impossibili con i personaggi più importanti del momento, da quelle interviste ne scaturivano delle biografie di successo. Il suo agente, Gabrio Spichisi, ricevette la proposta di un giovane rampollo della più importante casa editrice italiana di andare a cercare il suo mito, il cantante di una rock band americana da culto scomparso nel nulla. Tra viaggi, intrecci vari e l'amore con la scrittrice del momento questa intervista non si riesce a fare, ma come finisce di preciso non ve lo dico, primo perchè non è mai bello dire come finisce un libro, secondo perchè in realtà questo post  non vuole essere una critica letteraria, ne il riassunto di un romanzo, ma vuol essere il ricordo di un momento. Si perchè leggere l'Elogio di Oscar Firmian scatenò in me parecchie sensazioni, non era un romanzo particolare, non era eccellente, era un romanzo che poteva scrivere chiunque, pensai più di una volta all'epoca, eppure Brizzi svettava nelle prime posizione nelle classifiche di vendita e veniva ri-osannato dai critici che l'avevano abbandonato prima. Era un romanzo semplicissimo, e a rileggerlo adesso dopo più di dieci anni l'idea è sempre quella, ecco il motivo per cui decisi che era arrivato il momento di comprare il mio primo computer. Avevo mille idee in testa, non vedevo l'ora di metterle in formato word e vedere se riuscivo a concretizzare qualcosa. A turno mi feci supportare dai fratelli Russo, Augusto e Giovanni, amici esperti di computer ma non troppo, mi portarono dritti al negozio Fast computer e mi confezionarono un gioiellino (per l'epoca) davvero niente male, con il case pieno di inserti in plastica trasparente colorata che faceva tanto iMac, il monitor a 17", il modem 56k integrato che bastava collegare al filo del telefono ed usciva fuori quell'indimenticabile trillo che ti faceva capire quando potevi metterti in contatto con il mondo. Avevi la tua bella webcam a forma di palla sopra lo schermo, le casse erano piccoline ma si sentivano una meraviglia, avevo un mousepad carinissimo della Bud, la stampante Epson che faceva un macello pazzesco, ma ci potevi mettere anche le cartucce compatibili e risparmiare un bel pò sulla stampa. Il tutto alla modica cifra di due milioni e mezzo. Il mezzo lo avevo faticosamente raccolto, per i due milioni faccio il mio primo finanziamento Ducato, undici rate da 200mila, a conti fatti dovevo evitare di uscire parecchie sere, ma adesso avevo cosa fare a casa, oltre a leggere ed ascoltare musica.  Le prime sere tempestavo il mio office con tutte le idee che avevo in testa, ci potevo fare almeno una trentina di racconti, ma ero pretenzioso all'epoca e li lasciai tutti come possibili incipit di futuri romanzi, alcuni cercai di legarli assieme anche se si trattava di argomenti lontanissimi tra loro cercando per ore intere il colpo di genio che li potesse miracolosamente unire. Uno di questi incipit mi prese la mano, e in meno di una settimana si trasformò in un romanzo di quasi cento pagine, che aspettava solo una degna e sensata conclusione. Appena si facevano le 23:00 ed avevo la certezza che il telefono non servisse più, attaccavo subito il mio modem e scoprii quanto fosse vasto e smisurato già all'epoca il mondo di internet. Di tutto ciò che mi piaceva trovavo qualcosa, le novità musicali su Radiohead o Marlene Kuntz, tutte le foto di Laetitia Casta di cui all'epoca ero pazzo, tutte salvate in JPG in una cartella solo a lei dedicata. Il sito della Vitaminic che ti metteva a disposizione tutti gli mp3 dei gruppi emergenti. Poi arrivò la Telecom e mi omaggiò tre mesi di ADSL, il primo ADSL, tre mesi che poi diventarono nove, con il bel modem a forma di manta con le lucette azzurre, ed una velocità che mi faceva sbalordire. Scoprì per caso Napster, ed i 16 giga del mio hard disck si ritrovarono sotto pressione dopo breve tempo. Qualsiasi gruppo che mi veniva in mente su Napster c'era, e tu ti divertivi un mondo a vedere il tuo brano che riempiva la sua casella sempre di più fino ad essere definitivamente salvato dentro la cartella My music. Scaricai tutto quello che c'era, ad esempio, sui Metallica e sui Placebo, sugli Stone Roses o Afterhours, dal sito cc covers potevi scaricare le copertine dei cd, ti segnavi tutte le canzoni ed in una sera avevi un album pronto. Masterizzavo subito in cd i file degli album tenendo in memoria solo le canzoni che mi interessavano di più, quello fu il punto di partenza, ora ho tra cpu, hard disck esterno e cd, milioni di file in mp3, la discografia dell'universo, la battezzò recentemente un mio caro collega. Ricordo quando mi venne in testa di scaricare gli Ash, in memoria di una bella estate, quella del '96, lavorando a Cervinia conobbi Manuela di Torino, erano il suo gruppo preferito, Oh yeah, Burn baby burn e Goldfinger facevano da colonna sonora alle nostre serate al pub in centro del paesino con felpa e giubottino in pieno agosto per il freddo che c'era. Di Manuela come contatto mi era rimasto solo il suo indirizzo e-mail che aveva segnato in una cartolina l'anno precedente, le scrissi subito per dirle che l'aspettavo ancora in Sicilia,  mi rispose con freddezza dopo qualche mese, in realtà lei era da tempo solo il ricordo di un'estate, ma mi divertiva un mondo sapere che anche dall'altra parte dell'Italia i miei saluti potevano arrivare in tempo reale. Ero diventato un grande fruitore delle e-mail, anche con i miei amici stessi, per darci appuntamento ne mandavamo una anzichè magari usare un sms al telefono. Al mio computer nuovissimo e veloce venivano a consultarsi parecchi amici, i gemelli scoprirono e-bay a casa mia, e dopo neanche un anno ci avevano fatto una società di  import-export su film, fumetti e giocattoli vintage. Con Angelo facevamo delle ricerche su demoni e fantasmi per un'idea di scrivere un corto horror da girare nella casa antica di alcune amiche studentesse dalle parti del Vittorio Emanuele, adesso è il presidente degli IdP (Indagatori del Paranormale), fa il relatore a stages e convegni ed è presenza quasi fissa in tv con Mistero. Con Giacomo si giocava a fare poster con le nostre foto ed i personaggi dei cartoni, poi finì a fare il grafico pubblicitario in un giornale. E tante altre cose ancora, che però mi fecero abbandonare salvate nella loro cartella le mie velleità di scrittore, e quando un giorno l'antivirus Norton mi ricordò che bisognava rinnovare l'abbonamento ed il sottoscritto non conosceva ancora l'importanza di quelli free, il mio hard disck decise di fare come fece lo zio Albert di Candy Candy, ovvero perdere la memoria. In un negozio chiamato LGM mi garantirono una formattazione completa con il recupero del più grande numero di dati possibile, quando tornai in possesso del mio computer formattato non era rimasto più nulla. Ho avuto la mia occasione per fare lo scrittore, pensai, non l'hai voluta sfruttare, ora è inutile rammaricarsi. Certo, aver avuto confidenza con il mondo di internet e dei computer mi è servito parecchio, in ogni lavoro che andavo a fare mi sono trovato sempre avvantaggiato rispetto ad altri, ma se fossi diventato scrittore? Continuo a leggere romanzi che avrei potuto scrivere benissimo anche io, me ne vengono a milioni di idee sulle quali provare a battere subito due righe prima di dimenticarle del tutto, e come me ci saranno centinaia di persone, chissà quante belle cose avremmo potuto scrivere, chissà quante emozioni che sono rimaste chiuse in un cassetto o dentro una cartella sul desktop, chissà quante se ne saranno perse formattando memorie.
(un pò di pubblicità occulta)

Volendo adesso grazie sempre al mondo di internet, ci sono parecchi siti dove puoi mandare le tue cose e fartele pubblicare, spendi quanto necessario e puoi decidere se farne una copia strettamente personale, o mettere in vendita, magari poi si potrebbe casualmente arrivare ad una casa editrice seria, e iniziare una nuova carriera alla faccia di Andrea De Carlo o Chiara Palazzolo. Magari un giorno lo faccio, potrei riscrivere quanto scritto all'epoca di Oscar Firmian perchè qualcosa me la ricordo ancora, potrei svegliarmi una mattina con una storia intera nuova di zecca o potrei scrivere semplici racconti, potrei raccogliere le fiabe che mi invento per la mia piccina o anche ricopiare solo i post di questo blog, così tanto per farmi stampare un bel libro con il mio nome stampato sulla copertina e sul bordo e potermi vedere sulla mia libreria tra Brizzi, Ammaniti e Baudelaire, così potrei sempre illudermi, che anche se per un momento solo, anche Ciccio Mangiò è stato uno scrittore.

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